Viglione Antonio & Figli, quattro vitigni autoctoni

L’azienda vitivinicola Viglione Antonio & Figli dedica i suoi vigneti a quattro varietà che hanno visto la luce nel territorio piemontese. Sono vitigni, quindi, che hanno sviluppato un profondo rapporto con la terra del Roero e i suoi caratteri ambientali e che producono uve fatte apposta per la trasformazione in vino.

L’Arneis è il vitigno bianco per eccellenza di queste colline, radicato da secoli nel Roero e caratterizzato da un nome piemontese che ne definisce bene l’indole un po’ anarchica e bizzarra. Normalmente germoglia nella prima metà di aprile, fiorisce e allega tra la prima e la seconda decade di giugno e matura i grappoli a settembre inoltrato. Roero Arneis Docg (anche nella versione spumante) e Langhe Arneis Doc sono i frutti della vinificazione di questa varietà.

Altro vitigno a frutto bianco è la Favorita, condivisa dai produttori del Roero con quelli di Langa e con le terre del Pigato e del Vermentino. La ricerca, infatti, ha confermato che le tre varietà hanno il medesimo corredo genetico. Nei filari propone grappoli molto belli al punto che il suo nome - “Favorita delle vigne” - sembra derivare proprio da questa particolare gradevolezza estetica. Dalla vinificazione di quest’uva nasce il Langhe Doc Favorita.

Sicuro simbolo del Piemonte è il vitigno Barbera, originario del Monferrato e migrato sui colli del Roero nella seconda metà dell’Ottocento. Da allora non ha più lasciato queste terre, anzi ha selezionato qua e là gli spazi più vocati, dove regala grappoli dalla forma piramidale, composti di acini turgidi color blu nero. Ne nasce un vino prezioso, buono e longevo come la Barbera d’Alba. Vitigno medio-tardivo, il Barbera matura i suoi grappoli tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre.

Infine, il Nebbiolo, altro vitigno a frutto nero, probabilmente il più aristocratico dell’Italia intera, visto il rigore e la parsimonia con cui ha selezionato fuori da Piemonte le terre dove vegetare. È il primo vitigno a germogliare (inizio di aprile) e l’ultimo a far maturare i grappoli (ottobre) e a lasciar cadere le foglie (novembre inoltrato). C’è chi lo considera il “vitigno delle nebbie” per via dell’epoca tradiva di maturazione, chi ne giustifica il nome per via di quell’aspetto “nebuloso” che presentano i suoi acini, ricoperti come sono da un cospicuo strato di pruina.